martedì 3 novembre 2015

Quanto rende un volantino doppio e accartocciato?




Il volantino rende, ma è una delle formule più antipatiche di pubblicità, per chi lo riceve.

Per ogni riscontro positivo centinaia di visualizzazioni producono fastidio, antipatia e avversità.


Tornando a casa trascinando i piedi dopo una dura giornata di lavoro, si intravede attraverso le fessure della cassetta postale, che qualcosa è stato imbucato. Ma cosa?
Una bolletta? La ricevuta per mancato recapito di un pacco? Un rimborso dell’inps? La lettera di risposta dell’amata classe 1920?

Il portachiavi non contiene la chiave della posta e quindi si tenta il recupero della missiva infilandoci le dita, ravanando e sforbiciando fino a sfilarle graffiate che stringono una cimice olezzante.

La curiosità fa la forza. Si sale al quarto piano senza ascensore e si ridiscende con la chiave.
La delusione di trovare un volantino precede il gonfiarsi di vene sul collo.

Si risalgono le scale a passi pestati duri.
Le orecchie cominciano a fischiare vapore, come da una vecchia caffettiera intasata quando si pensa al momento dell'incollatura etichetta   NO PUBBLICITA'   alla cassetta postale.
L'umore non migliora quando torna alla mente l'espressione soddisfatta di quell'attimo idilliaco misto di orgoglio, fierezza, scaltrezza e intelligenza rara per aver tolto di mezzo il problema della pubblicità indesiderata.

A questo punto l'intestatario del volantino, del minkio-market di turno, viene fatto bersaglio di parolacce, maledizioni e dalla promessa che mai si metterà piede nella loro attività fosse l’ultima fonte di cibo in un mondo infestato dagli zombi.
Col tempo l’arrabbiatura passa ma il minkio-market resta, negativamente impresso nella memoria, per sempre.



Ma quanto rende un volantino?

In rete ho trovato dei siti di agenzie di distribuzione che arrivano a quantificare l'improbabile cifra del 25% - 30% di riscontri positivi.

In realtà le percentuali di riscontro di una campagna di distribuzione volantini non sono certe.
Come non lo potrebbe essere qualsiasi altra campagna pubblicitaria veicolata con altri mezzi.

I fattori che influenzano la percentuale di riscontri dei volantini door to door sono:

- la quantità
(influenzata da: budget a disposizione, analisi delle zone di maggior richiamo, valutazione ad hoc del tipo di distribuzione ideale)

- l’oggetto della promozione
(più la promozione o il servizio sono allettanti e maggiore sarà la probabilità che funzioni)

- la forma e la grafica del volantino
(un volantino di un ristorante, su carta verde uso mano, stampato ad un colore è penalizzante soprattutto per la scelta del colore verde che non stimola l’appetito ma lo fa passare)

- la precisione, e il modo nel quale vengono distribuiti
(recapitare un volantino ad un’abitazione fuori centro abitato, meno abituata a ricevere volantini, aumenta l’attenzione e la probabilità di riscontro)

- l'aspetto e i modi di chi distribuisce,
(ad es. quando si entra in un'attività commerciale chiedere permesso, salutare, domandare se è possibile lasciare un paio di volantini e se si, dove possono essere riposti, ringraziare comunque e mai, in nessun caso, intraprendere inutili polemiche) 

- il tempo metereologico
(il brutto tempo deprime e se piove qualche volantino si bagnerà e verrà raccolto dalla cassetta con stizza)

- Il numero di altri volantini distribuiti da altre imprese, nello stesso giorno
(il volantino anche prima di essere cestinato viene guardato e lo scopo raggiunto, ma se la cassetta è intasata di volantini la vista si concentrerà per scovare nel mucchio l'eventuale posta non pubblicitaria, senza considerare i volantini, che verranno afferrati in blocco e gettati)

- come viene recapitato il volantino
(un volantino gettato a terra o infilato accartocciato non dà una buona impressione)


Ieri ho ricevuto l’ennesimo identico volantino della stessa attività, per la precisione me ne hanno imbucati due, (una distrazione dopo ore di distribuzione, a digiuno, può succedere) accartocciati come fossero carta straccia (questo invece non dovrebbe succedere).

Non li ho stesi.
Precisamente non ricordavo il nome dell'attività ma non ho sentito il desiderio di approfondire perchè li ho riconosciuti, sono 2 anni che mi recapitano lo stesso identico volantino.
Senza rancore, non mi interessavano allora e non mi interessano oggi.


Se avessero cambiato la grafica forse l’avrei aperto per curiosità e avrebbero avuto comunque un risultato di rafforzamento del brand ma se anche un semplice volantino può rappresentare un'azienda meglio per loro essere passati inosservati.

lunedì 2 novembre 2015

Meglio una gallina oggi se fa le uova domani




La redditività della pubblicità è un requisito importante e mai come in questi ultimi anni viene presa in considerazione dalle attività commerciali anche se a scapito dei valori di visibilità e branding.

Alcune campagne pubblicitarie generano più contatti di vendita, altre generano maggiore notorietà.
Entrambe sono fattori necessari al successo.

Tutti riconoscono l’importanza del branding ma oggi in pochi sono disposti ad investirvi denaro.
Vengono preferite le campagne pubblicitarie redditizie a breve termine.

La sensazione che percepisce chi è stato interpellato da un’azienda per una pianificazione pubblicitaria è quella di precarietà.
Quella sensazione di chi vuol fare ma non crede in un futuro per la propria azienda. 

La pubblicità deve ottenere risultati economici immediati ma anche generare notorietà dove il nome dell’impresa venga rafforzato.
I clienti non possono scegliervi, cercare voi o i vostri prodotti se non vi conoscono.
A volte la pubblicità produce lentamente consapevolezza grazie a più esposizioni successive su mezzi o veicoli differenti.
Investire risorse sul branding è importante per permettere ai clienti, quando avranno bisogno di quel prodotto o di quel servizio, di pensare alla vostra azienda prima che ad altre.

Il cliente che sceglie deve potere percepire l’affidabilità e la solidità nel tempo dell’impresa alla quale si rivolge e il rafforzamento del marchio ne è la garanzia.

giovedì 29 ottobre 2015

Un volantino per Billy The Kid



Distribuire volantini è faticoso e richiede capacità di organizzazione, concentrazione, buona memoria,  e tanta pazienza.

Chi ha provato a distribuire volantini almeno una volta nella vita, cercando di fare un buon lavoro, come se fossero i volantini della propria attività, lo sa.

Se si fa parte di un team coordinato da un capogruppo è più semplice, basta eseguire gli ordini quando la frusta fa fischiare le orecchie, ma se si lavora soli occorre tenere accesi tutti i sensi se non si vuole correre il rischio dopo qualche ora di trovarsi a vagare senza sapere dove si è e dove si sta andando ficcando il naso nelle cassette per vedere se il volantino c’è già e la via è già stata fatta.

D’inverno fa freddo, d’estate fa caldo ma in primavera piove. La durata della giornata lavorativa è determinata dalle ore di luce.
Si lavora fino a tardi d’estate e si comincia presto d’inverno.

Distribuire volantini in bicicletta è più veloce, permette di raggiungere abitazioni isolate senza investire “un botto” di minuti preziosi e agevola nel rifornimento di volantini presso l’auto parcheggiata al centro del paese.

Distribuire a piedi è comodo nei centri storici o dove ci sono molte attività commerciali ed ha il vantaggio di limitare gli imprevisti dovuti ad una foratura di un pneumatico o alla rottura di un filo del freno.

Per tutto il giorno ci si alza sui pedali per avviare il movimento, in prossimità delle cassette postali si frena, si imbuca e ci si rialza sui pedali in un loop all’ultima cassetta. Distribuire su una bici senza freni non è vantaggioso se si è sprovvisti di speroni gommati, non si riuscirebbe a guadagnare quello che si spenderebbe in scarpe e salute.

La bici dev’essere di qualità, resistente in ogni componente, le più comode sono i modelli da donna e le “grazielle” che permettono di salire e scendere senza scimmiottare Bruce Lee.


  • Il cambio è utile
  • La catena meglio se pulita e lubrificata.
  • La sella dev’essere comoda, una Brooks che dura una vita è il top.
  • Il cavalletto se è ben fissato (che non scenda mentre si stringe una curva) può migliorare la vita.


Cestino, borse posteriori, borsa a tracolla scelte a piacere, caschetto e giubbotto catarifrangente sarebbero d’obbligo.


Distribuire volantini è faticoso ma piacevole.
Si lavora all’aria aperta, si fa movimento, si incontrano persone, si vedono case, giardini, piante, animali, si sente il profumo di una pentola sul fuoco, del bucato steso in cortile, si assiste ad attimi di vita quotidiana e quando alzi gli occhi vedi il cielo.

La distribuzione di volantini non è uno scherzo e io saltuariamente mi occupo anche di questo da 24 anni.Ai tempi avevo 26 anni, ora ne ho 50 ma riuscirei ancora a sfilare un volantino dalla borsa e metterlo in mano a Billy The Kid senza dargli il tempo di sfilare la sua colt dalla fondina.